Il cheratocono è una malattia a carattere familiare che colpisce persone giovani in piena attività lavorativa e può portare ad un danno della visione anche grave.
L’impatto sociale di questa patologia è notevole: i pazienti sono catapultati in un mondo nuovo fatto di lenti a contatto, occhiali, terapie in parte empiriche e con la certezza di un sicuro peggioramento e lo spettro finale del trapianto di cornea.
E’ importante quindi diagnosticarlo il più precocemente possibile e attuare delle terapie moderne che ne blocchino la sua evoluzione.
Già nel 2010 una importante rivista scientifica internazionale “Cataract & Refractive Surgery Today” ha fatto il punto sullo stato dell’arte nel trattamento del cheratocono nel mondo realizzando uno inserto speciale.
Il cheratocono colpisce con più frequenza i soggetti giovani, gli adolescenti o i bambini. Colpendo persone in giovane età e quindi con una lunga prospettiva di vita l’impatto sociale di questa malattia è notevole.
Il cheratocono riduce notevolmente la qualità della vita e ha un effetto psicologico pessimo sul paziente. Se le dicessi che lei è affetto da una malattia dalla quale non può guarire, ma che può solo peggiorare con gli anni, come si sentirebbe?
Dobbiamo anche intenderci sul termine “invalidante”: credo che per un paziente giovane iniziare una lunga serie di visite, di occhiali, di lenti a contatto che poi non sono una vera terapia, un peregrinare da vari specialisti che può durare anni fino al trapianto di cornea, sia invalidante perché condiziona la qualità della vita per molti, troppi anni.
E quindi cosa possiamo fare concretamente?
Per prima cosa concentrarci su una diagnosi precoce. Poter diagnosticare un inizio di cheratocono in un occhio di un paziente giovanissimo, magari di 12 anni, ci dà un notevole vantaggio sulla malattia e possiamo evitare che certi danni si instaurino, piuttosto che accontentarci di non farli progredire dopo che sono avvenuti.
Come per tutte le diagnosi precoci una strumentazione efficiente ed un operatore preparato posso fare una grande differenza. Ecco perché è essenziale che i pazienti accedano a centri specializzati nella diagnosi e cura del cheratocono per non incorrere a false interpretazioni diagnostiche e a errati consigli terapeutici.
La diagnosi di cheratocono può essere effettuata in un ambulatorio oculistico dotato di specifiche apparecchiature capaci di mappare la cornea misurandone lo spessore e la forma.
Tra queste il topografo corneale ha una particolare importanza: questo strumento infatti crea una mappa topografica colorata della superficie anteriore della cornea in grado di evidenziare le deformazioni e lo sviluppo del caratteristico cono. La topografia corneale altitudinale può essere eseguita in modo affidabile anche sui bambini in età scolare ed è pertanto utilissima alla rilevazione anche dei segni più precoci di cheratocono.
Alla topografia si affiancano altri esami come la pachimetria corneale. Questo esame consente di misurare lo spessore corneale. Sono disponibili tecniche di indagine diverse: la tomografia corneale con Scheimpflug camera (pachimetria ottica no-contact con Sirius o Pentacam) che fornisce una mappa pachimetrica della cornea e quella tramite una sonda a ultrasuoni (pachimetria acustica – di tipo contact).
La tomografia corneale fornisce una “fotografia” completa dello spessore corneale misurando sia la superficie corneale anteriore che quella interna.
Topografia e tomografia possono essere eseguite con tecnologia Scheimpflug Camera (Sirius – Pentacam) oppure mediante OCT (MS 39, CASIA).
La topografia corneale altitudinale, la pachimetria e la tomografia corneale sono esami semplici, veloci, indolori e indispensabili!
Nel primo stadio della malattia, il cheratocono non genera infatti deformazioni corneali evidenti o un sostanziale assottigliamento della cornea e il paziente non ha necessità di effettuare significative correzioni della gradazione delle lenti.
Solo una topografia corneale accurata e affidabile o una tomografia corneale riescono a rilevare gli eventuali cambiamenti della forma corneale.